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  • Le tecniche sui tessuti molli:

(non scheletrici) prevede solitamente allungamento laterale, allungamento longitudinale, pressione profonda, trazione e separazione dell’inserzione prossimale di un muscolo rispetto a quella distale. (da: Journal of the American Osteopathic Association)
Queste tecniche sono utili per una vasta gamma di disturbi acuti e cronici e possono essere applicate in tutte le regioni del corpo.

  • Le Tecniche di energia muscolare:

comportano contrazioni volontarie di alcuni muscoli del paziente in una direzione ben precisa, con diversi livelli di intensità, effettuata verso una contro forza esercitata dall’operatore. Queste tecniche hanno lo scopo di allungare un muscolo contratto o in spasmo, per diminuire un edema localizzato, per ridurre una congestione passiva e per mobilizzare un articolazione.

  • I Thrust:

ad alta velocità e bassa ampiezza, forse le più note poiché producono uno schiocco nella fase di “sblocco” articolare, sono tecniche utili nel risolvere restrizioni di mobilità articolare. Questa procedura dovrebbe essere applicata solamente dopo una corretta diagnosi ed eseguita in maniera adeguata e precisa.

  • Le Tecniche Funzionali:

si basano su un modello neurologico comune, nel quale, riducendo il flusso degli impulsi afferenti anomali verso il sistema nervoso centrale, viene riprogrammata una funzione più normale. Queste tecniche si basano sulla qualità del movimento e non sono traumatiche.

  • Le Tecniche Fasciali:

prevedono l’utilizzo di un’azione diretta o indiretta volte a recuperare un equilibrio funzionale di tutti i tessuti che compongono il sistema muscolo scheletrico e sono indicate per disturbi acuti, subacuti e cronici.

  • Le Tecniche Craniosacrali:

si basano sulla stretta relazione tra il cranio e il sacro. Esse hanno come obiettivo il ripristino dell’equilibrio funzionale del meccanismo craniosacrale , il miglioramento della mobilità delle ossa craniche, dell’impulso ritmico craniale e il bilanciamento delle tensioni delle membrane (meningi). Queste tecniche hanno effetti sia locali che in zone distanti, in tutto l’organismo.

  • Le Tecniche Viscerali:

si applicano a tutte quelle problematiche che coinvolgono disfunzioni viscerali organiche o secondarie dovute a  problemi vertebrali, ptosi viscerali e disturbi funzionali dei vasi , nervi o viscere adiacenti, aderenze post-operatorie che causano una ristretta mobilità delle viscere del peritoneo che possono far sorgere tensioni e dolori muscolo-scheletrici, spasmi viscerali di origine somatica, squilibri del sistema nervoso autonomo (SNA), ernia iatale, etc.

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